lunedì 2 aprile 2012

Nella serata di ieri, presso l’Aula magna del Centro professionale commerciale di Trevano, si è tenuto il dibattito pubblico “Il lavoro dell’apprendista, la condizione dell’apprendistato tra aspettative, difficoltà e casi di abuso”, organizzato dal Gruppo giovani del sindacato OCST.

All’incontro hanno partecipato due ispettrici, Roberta Bernasconi e Carla Battaglioni, ed un maestro di tirocinio, Davide Rampoldi, che si sono confrontati con i rappresentanti del sindacato sul mondo dell’apprendistato. È in particolare emersa la difficoltà ad identificare i casi di abuso reale tre le tante segnalazioni che le varie istanze ricevono e l’importanza della collaborazione fra gli enti coinvolti per una verifica puntuale dei problemi denunciati.
La voce dei giovani è passata tramite una trentina di testimonianze scritte, raccolte nei giorni precedenti l’incontro. Da queste testimonianze emergono le difficoltà legate al normale processo di apprendimento: far proprio il ritmo di lavoro, arrivare in orario, essere impegnati per tante ore, come porsi con i responsabili e con i colleghi di lavoro.
Ci sono poi tante testimonianze positive che raccontano il buon rapporto dei giovani con i datori di lavoro e con i colleghi, che dimostrano disponibilità e che prendono con serietà la responsabilità di insegnare.
E poi ci sono i casi problematici che denunciano abusi dei datori di lavoro, insensibilità dei colleghi, carichi di lavoro eccessivi e basso livello di formazione.Certo è che il ruolo delle aziende è centrale nella formazione e va costantemente monitorato per garantire la qualità dell’offerta. D’altra parte, è stato detto più volte, è necessario un intenso impegno da parte dei giovani in azienda e nello studio, che viene troppo spesso trascurato.
Il sindacato, ha detto Alberto Trevisan, moderatore della serata, è chiamato ad un ruolo chiave di sostegno perché gode di un punto di vista privilegiato per la conoscenza del tessuto economico e del vissuto aziendale.
Preoccupa anche il futuro di molti giovani che, hanno detto le ispettrici ed il maestro di tirocinio, devono ampliare il più possibile i loro orizzonti e sfruttare tutte le occasioni di crescita per allontanare il rischio di disoccupazione. Nella formazione professionale, hanno ribadito, non vanno trascurati gli aspetti culturali, la padronanza dell’italiano in primis e poi delle altre lingue nazionali.

 OCST Alberto Trevisan

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